Liliana Boranga

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Liliana Boranga
giornalista e scrittrice
La mia Storia
Da dove vengo, Chi sono

Io,
tua madre contro la bestia
Dagli arbori
Il racconto di me stessa

Liliana Boranga nasce a Parigi, figlia di emigranti che hanno passato il confine francese a piedi e clandestinamente. È anche nipote di emigranti che hanno costruito i maggiori grattacieli di New York, raccolto carbone in Belgio e canne da zucchero in Australia tra i serpenti. Questo patrimonio, che non rinnegherà mai, purtroppo la segnerà per sempre.
Il rientro in Italia, dovuto dalla depressione della madre, la mette in contatto con un mondo, quello contadino, molto lontano dalla vita trascorsa in una città come Parigi ma che ne rinforza le radici .


Comincia da adolescente a scrivere, per rivalsa verso una lingua, l’italiano, che deve imparare per non essere oggetto di discriminazione sociale.
Diventa giornalista, mestiere che alterna a quello di insegnante, scelto a tredici anni dopo aver conosciuto la prima moglie del compositore Maderna, Raffaella Tartaglia Maderna, alla quale resterà legata da sincera amicizia per sempre.  Un’altra donna importante per la sua formazione sarà Franca Baratto Trentin, sua docente all’università di Ca’ Foscari dove si laureerà in pochi anni.
Dirige  Radio Base popolare network per quindici anni, collabora  con l’Unità, l’Espresso, Left Avvenimenti, la Nuova Venezia, Il Gazzettino.
Diventa addetta stampa di personalità politiche tra cui Massimo Cacciari e Bruno Visentini. Fondamentale per la sua formazione politica, aver lavorato con Gianni Pellicani e altri eminenti esponenti del Pci.

Cura per anni l’ufficio stampa del Rototom festival Sunsplash fino a che la manifestazione si svolge in Italia abbandonandolo successivamente in quanto non lo ritenne più in linea con i suoi principi.
Produce film e spettacoli sulla violenza contro le donne (problema che conosce drammaticamente di persona), sugli anziani e sulla discriminazione in geneale riuscendo ad ottenere numerosi riconoscimenti.
La malattia mentale della figlia adolescente la pone in un contesto drammatico; decide quindi di impegnarsi a fondo producendo un cortometraggio “io ti guardo ma tu mi vedi?” che verrà premiato a Catania per la rassegna “psichiatria e cinema” . Prosegue organizzando mostre, concerti contro lo stigma della malattia mentale. Tiene numerosi dibattiti con professionisti, medici, esponenti del parlamento per chiedere la revisione e la attuazione della legge Basaglia n. 180.

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